Il principio di minoranza fa da contraltare a quello di maggioranza, rispetto al quale viene ritenuto incompatibile. Ma è proprio vero che sono tra loro incompatibili?
6.1. Il principio di minoranza DD
Ce lo insegna la storia, ma anche l’osservazione quotidiana: le idee nascono nelle teste delle singole persone e il progresso avviene grazie alle idee innovative di individui geniali, che spesso sono costretti a soccombere di fronte alla preponderante forza delle masse, che agiscono da freno o da barriera. “Tutte le novità e i nuovi desideri in un primo momento sollecitano necessariamente solo gli interessi di alcuni individui, e se il loro soddisfacimento dipendesse dall’approvazione della maggioranza, molto di ciò che essa impara ad apprezzare dopo esserne venuta a contatto potrebbe non diventare mai disponibile” (HAYEK 1994: 423). “Le idee nuove – insiste Hayek – hanno inizio tra poche persone e gradualmente si diffondono fino a diventare patrimonio di una maggioranza che sa ben poco della loro origine” (1999: 158). Questa consapevolezza induce la DD a porre il principio di m. sullo stesso piano del principio di maggioranza.
Se il principio di maggioranza è utile perché consente di prendere decisioni senza fare ricorso alle armi, il principio di minoranza è fondamentale per l’evoluzione culturale dell’umanità, ed è riconosciuto dalla DD, sia a livello teorico che pratico, fino al suo limite estremo, ossia l’individuo. Riconoscere il principio di m. significa affermare che la singola persona non è meno importante della «maggioranza», ma significa anche che un sistema maggioritario può essere ritenuto democratico solo se si accompagna al rispetto della singola persona, il che vuol dire, tradotto in termini pratici, essenzialmente due cose. La prima è che, finché ci sia un solo individuo discorde, una questione dovrebbe restare aperta e il parere «bizzarro» di quell’unico individuo dovrebbe continuare ad essere oggetto di attenzione e di discussione. La seconda è che bisogna trovare il modo di garantire una vita dignitosa a tutti i cittadini indipendentemente da ciò che pensa la maggioranza di turno.
6.2. Il principio di minoranza DR
In DR, Maggioranza e Minoranza sono i due soggetti politici riconosciuti dalla legge e legittimati a svolgere due ben distinte funzioni, che sono rispettivamente quelle del governo e dell’opposizione. In teoria, anche la DR ammette il dissenso e riconosce che “la minoranza deve avere modo di esprimere liberamente la propria opinione e deve avere ogni possibilità di divenire maggioranza” (KELSEN 1995: 269). Sotto questo aspetto, possiamo dire che la DR “è il governo della maggioranza nel rispetto delle opinioni della minoranza” (LUTTWAK, CREPERIO VERRATTI 1996: 56), e in ciò qualcuno ha ravvisato il principale elemento della sua democraticità (FISICHELLA 1996: 48). Il problema è che spesso quanto viene affermato a livello di principio non trova applicazione pratica, com’è dimostrato dal fatto che nessun paese a regime DR è finora riuscito a sanare la piaga della povertà e nessuno garantisce l’effettivo esercizio dei diritti fondamentali a tutti i propri cittadini.
18. Il contratto politico
15 anni fa
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